domenica 13 maggio 2007

Prime dure verifiche per i leoni del Kipsta

Sotto un sole cocente la compagine di Mr. Zinni dà vita ad una partita d’altri tempi che mette in luce i miglioramenti tattici della formazione ma anche le ancora evidenti lacune fisiche.

C’era il tifo delle grandi occasioni sabato mattina a via Panizzi per l’ennesimo test-match della rinata formazione del Kipsta. I miglioramenti manifestati negli ultimi incontri e la campagna per il tifo pulito portata avanti dal nostro giornale hanno spinto intere famiglie sugli spalti della Cupini per quella che è stata una vera festa dello sport in campo e fuori. Purtroppo non possiamo fare a meno di segnalare l’ennesimo atto di vandalismo posto in essere dall’ormai separato in casa gruppo Pedeske n.i.s.l. il quale, in aperto contrasto con la dirigenza e con le scelte di Mr. Zinni, ha contestato per tutto l’incontro la squadra esponendo striscioni offensivi rivolti non solo al mister ma anche ad alcuni giocatori in campo ed inneggiando a gran voce a favore dell’assente Homer, loro beniamino. Fra gli striscioni più feroci “Zinni puttana l’hai fatto per la grana”, “Gli uomini co’ Homer, i froci co’ Pugliatti”, “Troppi infami sotto il sole: tana pè Guada e Davidone”.
Ma torniamo a quello che realmente conta: il calcio giocato e quanti vogliono pensare solo a quello e non alla politica. La partita dagli ottimi contenuti tecnico-tattici si è conclusa con una vittoria del Mellow Team per 3 a 2. Come dimostra il risultato l’incontro è stato combattuto fin dai primi minuti e solo una magia nei tempi di recupero da parte di Federico Aureliano ha permesso ad una delle due compagini di avere la meglio. Sugli scudi quasi tutti i giocatori, con una nota di merito per l’ennesima prova convincente del rientrante Brionvega fra i pali e dei sempre più presenti Davidone e Federico Aureliano. Gli schemi cominciano a vedersi, soprattutto la famosissima tattica difensiva di mr. Zinni testimoniata dagli scorse sempre più bassi dei match, e la tenuta atletica sta salendo in quasi tutti i giocatori. Certo il clima estivo che ha accolto i ragazzi in campo ha messo a dura prova i loro polmoni e non tutti sono stati in grado di ripetere le prove eccellenti delle ultime settimane. Fra questi vanno segnalati i due “punteri” della formazione: Paul di Canio e il Sarto. I due, schierati opportunamente in due formazioni diverse, dopo i primi minuti di calcio champagne hanno via via perso lucidità e concretezza sotto porta, il primo per via dei molteplici impegni infrasettimanali e per l’oramai arrembante età avanzata la quale, unita alle oramai proverbiali cene da “Tesone”, sta inesorabilmente minando un fisico un tempo famoso sulle copertine di “Gay per tutti”, il secondo per una riconosciuta incapacità polmonare che, nonostante gli oramai assidui allenamenti settimanali di corsa in palestra e nel burrone della Maranella, non gli consente di esprimersi ai massimi livelli dopo un certo periodo di tempo (l’unico grande limite di un giocatore altrimenti destinato a ben altri palcoscenici).
Alla fine dell’incontro comunque tutti contenti, soprattutto i giovani tifosi del Kipsta, impegnati per tutta la durata della partita a sostenere i loro beniamini, in particolar modo il Capitano (bello senz’anima della formazione Kipsta) e, abbastanza inaspettatamente, un desaparecido dei campi borbontini, lo storico centrale difensivo Franko, oramai scomparso dai campi verdi e dalle ribalte sportive ma sempre nel cuore dei tifosi, giovani e meno giovani. Chissà che questi cori giovanili non gli facciano tornare la voglia di vestire quella magli che sappiamo avere ancora molto a cuore.


Il Pagellone

Brionvega, voto 7: ennesima prova maiuscola di quello che può essere definito oramai a tutti gli effetti il portiere titolare del Kipsta. Incolpevole sui goal subiti si fa trovare sempre pronto sulle conclusioni, in verità sempre da molto lontano, degli avversari. Nonostante un caldo sahariano rimane imperterrito fra i pali con indosso una maglia più adatta ad una spedizione di fine ottocento sui ghiacci dell’estremo nord che ad una partita estiva, e neanche l’abbondante fuoriuscita di sudore dalla immensa zona occipitale ne occlude il visus permettendogli così una serie di interventi degni di plauso. Vale tanto oro quanti i pollici del suo schermo.

Davidone, voto 6,5: stantuffo tutto cuore e sostanza finisce come inizia la partita: dando il fritto su ogni pallone. Come al solito la qualità non è delle più eccelse, ma gli allenamenti di mr. Zinni hanno fatto miracoli e quello che prima era solo un onesto randellatore di difesa è ora un ottimo cursore offensivo capace non solo di sradicare palloni dai piedi degli avversari ma anche di farsi trovare puntuale sotto porta. Certo, per i miracoli ci vuole tempo, e non sempre il piede per l’ultimo tocco è raffinatissimo ma è giovane e può solo migliorare. Promessa su cui scommettere.

Federico Aureliano, voto 6,5: Come gli altri accusa i primi anticipati caldi estivi oltre ad una posizione in campo più dispendiosa (esterno di sinistra). Nonostante ciò si disimpegna in maniera puntuale in fase difensiva e dà il suo sostegno in attacco dove, nonostante una evidente poca lucidità, realizza il goal della vittoria. Mr. Zinni ci sta puntando molto e il suo spostamento in altri ruoli dimostra la fiducia del mister nei suoi confronti. Se non si brucerà nelle prossime partite potrà diventare una certezza del futuro Kipsta. Continua così.

Sarto, voto 6: rimesso nel suo ruolo naturale deve reggere sulle proprie spalle tutto il peso dell’attacco. Per la prima mezz’ora sgomita e scatta come ai bei tempi ma la calura è in agguato e quando le riserve vanno sul rosso inizia a perdersi fra le maglie della difesa avversaria. Spostato in copertura sul pomata fatica non poco a stargli dietro e chiude la partita in evidente debito d’ossigeno. La condizione non è ancora delle migliori e certo l’infortunio di due settimane addietro psicologicamente si fa ancora sentire ma la squadra e l’allenatore chiedono ai suoi piedi il salto di qualità per il raggiungimento di grandi obiettivi. Il cuore oltre l’ostacolo.

Guada, voto 7: ennesima prova di carattere del capitano, supportato sabato anche da una buona parte della Cupini che ha scandito a lungo il suo nome. Il feeling riscoperto con la tifoseria dà al Guada una marcia in più in una partita in cui più che le giocate di fino contavano il sudore e la grinta. Tiene in piedi una formazione in cui ai polmoni non facevano da contraltare piedi adeguati, tutt’altro. Si danna l’anima inventando assist e tiri da lontano ma i suoi non lo seguono molto, deve così rimboccarsi le maniche e fare il lavoro sporco dietro aspettando che passi a’nuttata. Perde, ma con l’onore delle armi. Leonida.

Lucone, voto 6: rientro un po’ in sordina per uno dei pilastri del calcio borbontino. Dopo mesi di inattività riprende il suo posto in difesa e cerca di reinserirsi negli schemi del Kipsta, ma la ruggine e tanta e i piedi erano come ce li ricordavamo: una scommessa. Non si è spenta però la grinta dei bei tempi e questo gli permette di non cedere mai la posizione ed anzi segnalarsi in qualche recupero interessante. Certo la strada è ancora lunga ma la Cupini non mette fretta. Ora tocca a lui rimboccarsi le maniche. Ritardatario.

Pomata, voto 6: Solito dubbio per noi recensori, valutare la quantità o la qualità? Nel primo caso, come al solito il pomata meriterebbe sempre di essere il migliore in campo per grinta e continuità. Su tutti i palloni batte la sua fascia con una costanza che annichilisce persino i suoi stessi compagni di squadra. Nell’altro ci si domanda come non si cerchi in allenamento almeno di fargli alzare lo sguardo nella speranza che inquadrando il bersaglio almeno un tiro su cinque finisca nello specchio della porta. Se si potesse utilizzare il principio dei vasi comunicanti ne verrebbe fuori il più forte giocatore degli ultimi 10 anni. Mistero di Fatima.

Paul di Canio, voto 6: Rientra dopo una settimana di stop imposta dal suo medico curante proprio nel sabato più canicolare degli ultimi anni. Il suo compito è presidiare l’attacco fornendo un punto di riferimento offensivo per i compagni, All’inizio mette tuta la sua potenza fisica al servizio della squadra ma con il passare del tempo il suo sguardo diventa sempre più vitreo e il suo incedere caracollante. Quando il suo volto è oramai di tonalità rosso pompeiano si capisce che la sua partita è finita. Ma non torna negli spogliatoi a mani vuote: due goal per dimostrare che per una maglia da titolare c’è anche lui. Monolitico.

Filippo, voto 6: Ennesima partita tutto cuore del terzinaccio di Old Tower. Conscio delle proprie possibilità si mette in difesa ed offre la sua applicazione tattica al servizio dei compagni più votati alla fase offensiva. Il piede è quello che è ma la sapienza in campo gli permette di sopperire ad alcune lacune con mestiere e posizione. Certo, chi si aspetta da lui la luna rimarrà deluso, ma il Kipsta ha bisogno anche di onesti portatori d’acqua. L’opposto di chiacchiere e distintivo.

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