venerdì 26 giugno 2009

Il nuovo che avanza

Il Kipsta è come i gatti, ha nove vite. Certo, di queste oramai ne sono rimaste più poche, ma anche stavolta chi aveva intonato il de profundis per gli uomini di patron Angelone e di mister Maurinho dovrà ricredersi. A poco meno di un mese dall’inizio del prestigioso torneo Kipsta Firends i blues sono tornato ad apparire di fronte al grande pubblico per una sgambata al Kipstarello che sa tanto di prova generale per i futuri, probanti impegni della squadra più amata del borbontino, ed ora anche della zona Gulliver e dintorni (nel quadrilatero via Lola Montez, via Canina, via Ascrea e via Panizzi). Pur con numerose assenze di rilievo, sia fra la vecchia guardia che fra i nuovi innesti, di fronte ad un pubblico numeroso ed agguerrito, assiepato sugli spalti e munito delle colorite e rumorose “vuvuzellas”, i kipsta hanno dato vita ad una partita interessante, ricca di temi tattici e spunti tecnici. Una prova inficiata solo dalla condizione non proprio ottimale (ma sarebbe meglio dire disastrosa) di alcuni “senatori” che forse, oramai, non hanno né l’età né lo spirito giusto per vestire le maglie da titolari dello storico club. Sotto gli occhi attenti di Maurinho (in curva sventolava una bandiera con scritto “Zeru Tituli”, non sappiamo se come augurio o derisione), il mister più pagato della storia del Kipsta, la rosa è stata divisa in due formazioni a prima vista equilibrate: da un lato i “Pischi boys”, composti dal Capitano, il Sarto, e i tre fumosissimi peperini del vivaio Paolotchie, Paterennius e Sax, dall’altro i “Cocomero Team” con i decani Danny, Homer, Lucone, Davidone e Brionvega. Al via la partita sembrava incanalarsi sui binario di un match accorto e giocato con molta attenzione da una parte e dall’altra. Ma bastavano un paio di affondi dei “Pischi” per capire che la maggior freschezza atletica di questi e il loro alto tasso di fumoserie avrebbe ben presto fatto la differenza. Infatti, senza nemmeno capire cosa stesse succedendo, le incursioni spericolate dei giovani cannaroli guidate dalle sapienti direttive del capitano e dalla solidità (certo un pò meno brillante dei suoi giovani compagni di reparto) offensiva del Sarto permettevano alla squadra dei “Pischi” di scavare un margine di sicurezza di reti che gli avrebbe permesso di amministrare senza eccessive ansie il match fino alla scontata conclusione della vittoria. Se nel “Pischi boys” praticamente nessuno è sceso sotto la sufficienza, nella squadra dei senatori troppe sono state le delusioni. La stessa Cupini, per solito molto legata ad alcuni giocatori tutto cuore e polmoni come Davidone e Lucone, non ha potuto fare a meno di fischiare sonoramente le pallide controfigure che dopo neanche 20 minuti di partita si aggiravano sperse sul campo del kipstarello. Si pensi che persino il gruppo Pedeske Nisl, indispettito dall’ennesimo tentativo infruttuoso di Homer di saltare l’uomo, ha srotolato uno striscione dedicato al suo giocatore simbolo con su scritto: “Cò quella panza me pari il Maranza. Basta mercenari nel Kipsta”.
A fine partita laconiche sono state le parole rilasciate da Maurinho ai microfoni di Radio Nasello 106.6: “E’ stata una partita utile, importante. Dopo tutto questo tempo era importante vedere come rispondevano i giocatori. Alcuni hanno risposto, altri…. Beh, non so neanche se sono venuti al campo. Svecchiare in vista del Kipsta Friends? Non si vincono i grandi tornei con le epurazioni, ma certo in questa squadra servono meno portafogli gonfi e più cuore. Forse qualcuna di queste grandi stelle non ha più le motivazioni di un tempo e le deve andare a cercare da un’altra parte”. A chi gli chiedesse notizie sulla latitanza della società in questi momenti così importanti il mister ha così risposto: “Non parlo con il patron da mesi oramai. Ma come non ci parlo io, non ci parla nessuno della squadra e dello staff tecnico. Abbandonati al nostro destino? Sapessimo qual è. Se la proprietà ha intenzione di tirarsi fuori lo dica chiaro e tondo. Un Fioranelli bene o male una squadra come il Kipsta lo trova di sicuro. Questo silenzio è assordante”. Sui singoli ha poi chiosato: “alcuni mi stanno facendo ricredere sul campo. I giorni delle foto scattate a Rio de Janeiro con Adriano da parte di alcuni di loro [Sax e Paolotchie n.d.r.] sono oramai lontani. Credo che siano pronti per il salto di qualità”.

Il pagellone

Brionvega, voto 5: Ha poche colpe su molti dei goal subiti. Ma qualcuna sempre ce n’è. Non pare mai sicuro come ai bei vecchi tempi, anzi, pare che la vita matrimoniale gli abbia drenato grinta e vervè. Si risveglia solo nel finale per frenare la goleada dei “Pischi” ma è troppo poco per portare a casa la pagnotta. I tifosi oramai lo conoscono e accompagnano ogni suo intervento con un sospiro di sollievo. Dove non può il fisico almeno supplisca la volontà. Prepensionamento.

Lucone, voto 4,5: Un’ombra del giocatore grintoso e capuzziello degli anni scorsi. Il trasloco in zone malsane della periferia sud di Roma deve aver minato irrimediabilmente nel fisico questo pilastro della difesa Kipsta. Parte al centro forse conscio di non avere i 60 minuti nelle gambe, ma anche questo escamotage non serve a preservarlo da un crollo rapido ed inesorabile dopo neanche 20 minuti di partita. Cerca con l’esperienza di supplire alle lacune fisiche, ma con questi giovanotti ieri c’era poco da fare. Infartuato.

Davidone, voto 4,5: E’ vero, erano settimane che non calcava il palcoscenico importante di kipstarello per una partita di alto livello. Ma il giudizio è comunque sconfortante. Dopo circa 30 minuti inizia a boccheggiare in mezzo al campo come un sarago sulla spiaggia. Prova a spingere ma viene sistematicamente raggiunto e fermato dal suo dirimpettaio. Stavolta anche la potenza sembra difettargli. Come se non bastasse è senza lenti, ergo in difesa fa di tutto tranne che intercettare il pallone. Almeno Ray Charles sapeva cantare.

Homer, voto 4: questa volta non parleremo di tenuta atletica, sarebbe flatus voci, ma di condotta morale e professionalità. Si presenta con 5 minuti di ritardo in sella alla sua vespina vintage dal cui sellino spuntava un preservativo usato! E’ visibilmente svagato, distratto, stanco nel fisico ma, soprattutto, nella testa. Entra in campo e si incaponisce in dribbling gratuiti per il favore del pubblico femminile che lo riempie di gridolini e mossette. Della partita non gli frega nulla tanto che a 5 minuti dalla fine lo si vede dare il suo numero di cellulare ad una brasiliana tutto pepe mentre gli avversari filano in porta a segnare. Un paio di tiri sulla casal del marmo non giustificano l’ingaggio faraonico che la società è costretta a dargli per le pressioni delle frange più intolleranti della curva. Ma i bei tempi sembra stiano per finire. Pecoreccio e scorreggione come non mai.

Guada, voto 6: fa il compitino, ma tanto basta per dare il senso alla partita. Non ha più lo smalto di una volta e a forza di giocare in difesa con gli ingegneri non salta più l’uomo neanche a pagarlo. Ma la sua presenza si sente sempre, con i tiri da fuori, con le entrate ruvide, con quella concretezza che serviva ai “Pischi boys” per non perdersi nelle loro stesse fumoserie. Bisognerà pensare anche alla sua sostituzione, ma tra un bel po’. Nel bene e nel male il Kipsta non può fare a meno della sua praticità e della sua concretezza. Meno bello, ma sempre incredibilmente funzionale. Maurinho non lo lascerà andare tanto facilmente. Classico senza tempo.

Sarto, voto 6-: c’è ma si vede poco. Anche per lui vale il discorso fatto per la vecchia guardia: il tempo passa inesorabile. Rispetto ai suoi compagni di reparto sembra avere una marcia in meno quanto a corsa e fiato. Ma, a differenza di loro, sa farsi trovare al posto giusto al momento giusto. L’esperienza non gli fa difetto e lui punta tutto su partite e partite fatte nei campi di mezza Europa e non solo. Morde le caviglie anche in difesa, ma certo non lascia il segno come in altre occasioni. Una chioccia indispensabile per far crescere i giovani arrembanti. Ma attenzione a non farsi soffiare il posto da titolare in tromba! Fin quando va di moda.

Paolotchie, voto 6,5: fumoso è fumoso, fonato è fonato, pure un po’ gaio se è per questo, ma l’età avanza e con essa la maturità atletica e tecnica. Si mette sulla corsia di sinistra e con le sue finte di bacino smista sapientemente palloni ed assist allettanti. La concretezza non è mai stata il suo forte, ma stavolta non si perde nei meandri della sua fantasia calcistica e mette i suoi tocchi al servizio della squadra. In difesa riesce persino a dare il suo (modesto) contributo con un paio di recuperi che dimostrano la sua buona volontà. Può diventare un pilastro del kipsta di domani. Al momento è un foratino, ma di grande qualità.

Paterennius, voto 7: è il migliore in campo. Piedi, visione di gioco, tecnica e grinta. Questa volta in più c’è anche il fiato (che abbia smesso di pippare?). Si mette a destra e si fa trovare sempre presente all’appuntamento con il goal. Botte da fuori e dribbling raffinati. Dà il suo contributo anche in difesa e questo conferma che è un giocatore completo. Mr. Zinni l’aveva adocchiato in tenera età mettendolo sotto contratto, ora i frutti sono raccolti da Maurinho, ma a giovarsene è il kipsta tutto. Ora non resta che superare l’esame a crocette! E comunque grazie ancora mr. Zinni.

Sax, voto 6,5: sorpresa del match. Gli viene concessa piena libertà d’azione e lui la sfrutta al meglio. Come un piccolo folletto gaio (ha una imbarazzante maglietta rosa di Pippo Maniero) svaria per tutto il fronte offensivo, vera spina nel fianco della difesa avversaria. La tecnica come al solito è di buon livello, il fiato come al solito è un po’ corto, ma molto meno di altre volte. Segna e fa segnare. Chi gridava allo scandalo per la sua convocazione dovrà ora ricredersi. Nuova freccia all’arco di Maurinho. Peccato per il troppo uso di droghe leggere in gioventù altrimenti ora…

M.C.