mercoledì 23 maggio 2007

Le risposte di Manlio

Caro Cosimo,
nel risponderti colgo l'occasione di dire la mia su una questione certamente spinosa su cui, però, è bene fare chiarezza e, soprattutto, evitare reazioni affrettate ed impulsive. La tua lettera può essere ascritta ad esempio massimo di un atteggiamento che informa la Cupini fin dagli anni della sua formazione: la passione per questa squadra. Si può vincere o si può perdere, si può giocar male o si può dare spettacolo, la Cupini ha sempre anteposto al cervello e ai muscoli il cuore. Con questo voglio dire che i veri tifosi Kipsta sono sempre stati (e credo sempre lo saranno..) dei tifosi "viscerali", di "stomaco" se mi passi il termine, dei tifosi, cioè, che prima agiscono e poi pensano. E, si badi bene, credo che questo atteggiamento lungi dall'essere un difetto sia la dimostrazione prima non solo dell'attaccamento alla maglia ma anche dell'assoluta schiettezza e buona fede di un pubblico che antepone a qualsivoglia ragionamento di carattere utilitaristico la fede verso i propri giocatori. Viene da se che questo comporta, per i giocatori che vestono i sacri colori Kipsta, un carico di responsabilità che vanno al di là della semplice prestazione sportiva per abbracciare tutta la loro vita, una vita che, appunto, come per i tifosi cupineschi, deve essere sempre improntata al massimo rispetto della maglia. Prendiamo in esame il caso Guada: sulla qualità del giocatore e sulla sua dedizione in campo credo non ci possa essere nulla da ridire, anzi, proprio io sono stato il primo a definirlo l'unico, vero elemento insostituibile della formazione. Certo in passato l'attaccamento alla maglia del numero 10 è stato spesso messo in discussione, ma il "capitano fino a prova contraria" ha sempre rivendicato con dignità le proprie scelte di vita motivandole spesso in maniera non pretestuosa o supponente. E' altresì vero che lunedì è successa una cosa diversa: il Kipsta non era allo sbando ma in piena ripresa, non si era alla fine di un ciclo ma ad un suo ipotetico inizio (che io credo anche la sconfitta non abbia interrotto) e tutta la curva puntava sui cinque convocati per una prova, appunto, tutto cuore e grinta. La prestazione, nonostante il risultato c'è stata... ma mancava il capitano. C'erano altri infortunati... ma l'unico a marcare visita è stato il capitano. Questa l'accusa mossa dai tifosi, una accusa dura ma, dal loro punto di vista, condivisibile. Dobbiamo, però, a questo punto porci una domanda: c'è qualcun'altro che può indossare quella fascia senza sfigurare, non tanto in campo quanto nel cuore dei tifosi? può un nuovo arrivato o una vecchia gloria sentirsi talmente al di sopra di qualsiasi compromissione ed interessi, privati ed altrui, da poter indossare quella fascia senza correre il rischio al primo "incidente" di dare la stura alla ennesima ridda di polemiche? Può, in definitiva, un errore compromettere partite su partite sempre con il cuore in mano per la squadra? non tirerò io le conclusioni anche perchè non mi compete. tutto questo solo per invitare tutti a riflettere e a compiere la scelta migliore per la squadra e l'ambiente. Fra l'altro mi permetto di sottolineare che, al momento, nessun giocatore del Kipsta ha messo in discussione il ruolo del guada nel gruppo ne, tantomeno ha rivendicato quella fascia da capitano, su tutti il neo acquisto Paul of Cain che, con un comunicato stampa di questa mattina ha smentito qualsiasi voce in merito.
Caro Cosimo, chiudo dicendoti che solo fra 10 anni sapremo se le scelte prese da mr. Zinni oggi avranno fatto il bene o il male del Kipsta, nell'attesa di quel giorno ti ringrazio per la lettera cordiale e ti saluto.

M.C.

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